
Stato di natura: homo homini lupus
Detto questo, Hobbes formula la sua teoria politica partendo dalla considerazione attorno stato di natura degli uomini. Per "stato di natura" si intende quello stato in cui gli uomini si trovano prima di prendere la decisione di formare una società (è quindi uno stato ipotetico se pensiamo che la società nasce automaticamente in presenza di più individui). Hobbes afferma che la condizione naturale dell'uomo è l'anarchia, lo stato di guerra derivante dall'assenza delle leggi, gli uomini non sono individui naturalmente sociali, al contrario sono egoisti e tendono a perseguire ciascuno i propri interessi a scapito di quelli degli altri, per cui lo stato di natura si risolverebbe in una "guerra di tutti contro tutti" (bellum omnium contra omnes), una condizione in cui "ciascun uomo è lupo per gli altri uomini" (homo homini lupus). Questa condizione non garantisce nemmeno l'incolumità fisica, perché in assenza di leggi ognuno ha diritto su tutto, compresa la vita degli altri
LO STATO ASSOLUTO: IL LEVITANO
"La sola via per erigere un potere comune che possa essere in grado di difendere gli uomini dall'aggressione straniera e dalle ingiurie reciproche, e con ciò assicurarli in modo tale che la propria industria e con in frutti della terra possano nutrirsi e vivere soddisfatti, è quella di conferire tutti i loro poteri e tutta la loro forza a un uomo o a un'assemblea di uomini che possa ridurre tutte le loro volontà, per mezzo della pluralità delle voci, a una volontà sola." (Leviatano).
Per ovviare a questo stato di guerra senza quartiere, la ragione naturale dell'uomo corre ai ripari e comprende quali sono i mezzi da approntare in vista di quel fine ultimo che è la civile convivenza. Gli uomini decidono dunque razionalmente di cedere i propri diritti sugli altri uomini a un unico uomo (il sovrano) o ad una assemblea.La "volontà sola" dello stato diviene dunque quel principio che serve da argine alla guerra di tutti contro tutti: lo stato si assume il compito di mantenere la pace, preparando il terreno alla prosperità e alla concordi
Lo stato di Hobbes: i caratteri dello stato assoluto
1. Una volta trasferiti i propri diritti allo stato, i sudditi non possono revocarne l'autorità, pena la rivoluzione, la guerra civile e il ritorno allo stato di natura;
2. Il potere sovrano è indivisibile, non può essere diviso tra poteri diversi che formino un sistema di pesi e contrappesi (come accade nelle moderne democrazie). Questo perché se i poteri non fossero d'accordo si cadrebbe nella guerra civile, nella dissoluzione dello stato;
3. Appartiene allo stato il diritto di distinguere il bene dal male, e non ai cittadini (e nemmeno alle religioni). La capacità di distinguere il giusto dall'ingiusto non può essere lasciata all'arbitrio individuale, poiché se tutti seguissero criteri etici individuali l'unità dello stato, nuovamente, si dissolverebbe;
4. I sudditi devono prestarsi all'assoluta obbedienza, anche nel caso in cui ritenessero ingiusti gli ordini ricevuti, in particolare lo stato si erge al di sopra delle sue stesse leggi, nel senso che il sovrano non è legato da nessun tipo di contratto ai suoi sudditi, essi invece stipulano un patto per via negativa, privandosi dei propri poteri;
5. Lo stato coincide con la religione. Non vi è alcuno spazio per un'autorità religiosa al di fuori della sua autorità che pretenda di vincolare i sudditi ad un altro tipo di leggi, ad un altro tipo di principi. Per Hobbes comunità civile e comunità religiosa sono da considerare una sola cosa.